Nella seconda metà dell’Ottocento esistevano diverse importanti riviste di matematica (ricordiamo solo i solenni “Mathematische Annalen” dell’Università di Gottinga), ciascuna legata preminentemente a un’accademia nazionale o a una grande scuola. L’intuizione di Guccia è questa: offrire ai matematici europei una società di nuova concezione, internazionale per vocazione e sostanzialmente delocalizzata (virtuale, diremmo oggi), in cui confrontarsi; e insieme un giornale dalla pubblicazione agile, relativamente informale e (perché no) tipograficamente elegante, in linea con l’estetica Liberty del tempo. Il duplice proposito si concreta nella fondazione del Circolo Matematico di Palermo, la prima società italiana di matematica (1884), e degli omonimi Rendiconti (1887), destinati a diventare nei trent’anni successivi uno dei palcoscenici principali su cui si rappresenterà la nascita della matematica moderna.